lunedì 4 giugno 2012

Static


1
Cara Maria , oggi ho sentito finalmente la tua voce . Sono stati necessari tre mesi di tentativi , ma oggi sono riuscito a captare la tua voce . Tra lo statico sono trapelate solo tre parole , ma bastano a riaccendere la speranza . La speranza di poter un giorno risentire la tua voce . Di rivedere i tuoi magnifici occhi color nocciola . Tengo questo diario per non dovermi sentire più così solo qui , nella villetta . Ricordi ? L’avevamo chiamata “il fienile” la prima volta che la visitammo assieme al tizio che ce la vendette . Dannazione , cadeva davvero a pezzi . La vista , però , era impareggiabile . Da un lato le colline , dall’altro il Soratte . La sera le luci del monte brillavano come stelle e si poteva sentire il profumo delle belle di notte . Ripensare al passato è come aprire una ferita . Come posso fare ? Come posso non soccombere al senso di colpa che mi divora ?
2
“Io , favore , prego “ . Poi solo il crepitio dello statico . Tre parole perse in un mare di rumore indistinto come naufraghi in mezzo al mare . Fa freddo . Mi sento isolato quassù . Ma a me va bene così . Le mie giornate ora sono vuote . Non ho nulla da fare . Ormai le trascorro quasi tutte con le cuffie sulla testa e la vecchia radio accesa . Il taccuino continua a restare testardamente vuoto , non contando quelle tre piccole ancore di salvezza . Perché lo hai fatto ?

3
Questa mattina mi sono svegliato di soprassalto . Peccato , stavo facendo un sogno bellissimo . Ho sognato che tu mi parlavi all’orecchio . Quanto erano dolci le parole e quanto era dolce la tua voce . Mi rode davvero che il sogno si sia dovuto interrompere così bruscamente . Appena aperti gli occhi mi sono accorto che c’era un’altra persona che mi fissava . Ero io . Stavo fissando il mio riflesso nella cromatura della radio . Ho le occhiaie . La barba sempre più ispida sul mento . Sembro un vecchio barbone . Sono ridicolo con quelle cuffie sulla testa . Avevo fatto così tardi che mi ero addormentato davanti al caminetto con le cuffie sulle orecchie e la radio accesa . Oddio , come può la vita di una persona precipitare in maniera così brusca ?
4
Oggi ho staccato tutte le foto dalle pareti . Ogni volta che ci passavo davanti mi sentivo osservato da tanti piccoli occhi . Mentre le sollevavo per metterle nello scatolone non potevo fare a meno di ripensare a te . A noi . I miei amici non facevano altro che farmi notare i tuoi difetti , ma per me rimanevi la creatura più meravigliosa che avessi mai visto in vita mia . Popolavi i miei sogni di ventenne . Da allora sono passati dieci anni . Ci siamo fidanzati , poi sposati  e infine … basta così . Comunque ho trascorso anche questa giornata alla radio . Ho sentito altre due parole . Ora la frase diventa “Io per favore supplico prego” . Non ha il minimo senso . Ci sono altri suoni quasi indistinti nel mezzo . Devo solo ascoltare meglio .
5
A volte mi capita di vederti . Riflessa nelle cromature della radio , nello spiraglio di una porta che si chiude , nel riflesso di un bicchiere . Ogni tanto sento dei rumori provenire dalla cantina . Come una sorta di gorgoglio . Dannati topi . Da un pochetto di tempo soffro di mal di gola cronico . Non riesco a farlo andare via . Ciò che fa più male , comunque , è il tuo ricordo . Lo so che sto parlando con un foglio di carta , ma perché lo hai fatto ? Perché ?
6
Ho capito tutte le parole . Ora ricordo . Come posso essere stato così idiota da dimenticare ? . “Io ti supplico , per favore smettila . Ti prego !” . Devo smetterla . Non posso più fare pesare le mie colpe sugli altri . Risolverò la questione come l’ho risolta cinque anni fa . Non potrò mai perdonarmi per quello che ti ho fatto fare . La tua morte sa di mandorle . Con il matrimonio eravamo diventati una sola carne e ora sento il tuo dolore come fosse il mio . La radio è inutile , potrò parlare con te tra poco . Devo salire i duri scalini della salvezza .  Il cappio mi attende . Ti amo  Maria e ti amerò per sempre .

La villetta Longhi è tristemente famosa per l’episodio di cronaca di cui fu teatro nel 1984 . Il perito chimico Paolo Longhi venne trovato appeso per il collo nella doccia del bagno al primo piano . La moglie , Maria Longhi , venne rinvenuta in cantina con una boccetta di cianuro stretta nelle mani ormai contratte dal rigor mortis . La casa era in condizioni pietose , con le fotografie della coppia sparse pe le stanze e i mobili colpiti forse con un ‘arma da taglio . Secondo la ricostruzione degli investigatori la vicenda si è svolta più o meno così . Il marito , colto da un raptus di follia omicida in seguito ad una delle tante litigate con la moglie , avrebbe costretto quest’ultima ad ingurgitare il veleno minacciandola con una lama . Successivamente , forse rinsavito , il signor Paolo decise di impiccarsi con una prolunga elettrica al soffione della doccia . La casa è ancora oggi abbandonata e , a detta di molti , preda di manifestazioni sovrannaturali . Circolano storie tra i ragazzi del vicinato di sinistri rumori gorgoglianti provenienti dalla cantina e misteriosi singhiozzi maschili al primo piano .

                        

Nessun commento:

Posta un commento