1
Cara Maria , oggi ho sentito finalmente la tua voce . Sono
stati necessari tre mesi di tentativi , ma oggi sono riuscito a captare la tua
voce . Tra lo statico sono trapelate solo tre parole , ma bastano a riaccendere
la speranza . La speranza di poter un giorno risentire la tua voce . Di
rivedere i tuoi magnifici occhi color nocciola . Tengo questo diario per non
dovermi sentire più così solo qui , nella villetta . Ricordi ? L’avevamo
chiamata “il fienile” la prima volta che la visitammo assieme al tizio che ce
la vendette . Dannazione , cadeva davvero a pezzi . La vista , però , era
impareggiabile . Da un lato le colline , dall’altro il Soratte . La sera le
luci del monte brillavano come stelle e si poteva sentire il profumo delle
belle di notte . Ripensare al passato è come aprire una ferita . Come posso
fare ? Come posso non soccombere al senso di colpa che mi divora ?
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“Io , favore , prego “ . Poi solo il crepitio dello statico .
Tre parole perse in un mare di rumore indistinto come naufraghi in mezzo al
mare . Fa freddo . Mi sento isolato quassù . Ma a me va bene così . Le mie
giornate ora sono vuote . Non ho nulla da fare . Ormai le trascorro quasi tutte
con le cuffie sulla testa e la vecchia radio accesa . Il taccuino continua a
restare testardamente vuoto , non contando quelle tre piccole ancore di
salvezza . Perché lo hai fatto ?
3
Questa mattina mi sono svegliato di soprassalto . Peccato ,
stavo facendo un sogno bellissimo . Ho sognato che tu mi parlavi all’orecchio .
Quanto erano dolci le parole e quanto era dolce la tua voce . Mi rode davvero
che il sogno si sia dovuto interrompere così bruscamente . Appena aperti gli
occhi mi sono accorto che c’era un’altra persona che mi fissava . Ero io .
Stavo fissando il mio riflesso nella cromatura della radio . Ho le occhiaie .
La barba sempre più ispida sul mento . Sembro un vecchio barbone . Sono
ridicolo con quelle cuffie sulla testa . Avevo fatto così tardi che mi ero
addormentato davanti al caminetto con le cuffie sulle orecchie e la radio
accesa . Oddio , come può la vita di una persona precipitare in maniera così
brusca ?
4
Oggi ho staccato tutte le foto dalle pareti . Ogni volta che
ci passavo davanti mi sentivo osservato da tanti piccoli occhi . Mentre le
sollevavo per metterle nello scatolone non potevo fare a meno di ripensare a te
. A noi . I miei amici non facevano altro che farmi notare i tuoi difetti , ma
per me rimanevi la creatura più meravigliosa che avessi mai visto in vita mia .
Popolavi i miei sogni di ventenne . Da allora sono passati dieci anni . Ci
siamo fidanzati , poi sposati e infine …
basta così . Comunque ho trascorso anche questa giornata alla radio . Ho
sentito altre due parole . Ora la frase diventa “Io per favore supplico prego”
. Non ha il minimo senso . Ci sono altri suoni quasi indistinti nel mezzo .
Devo solo ascoltare meglio .
5
A volte mi capita di vederti . Riflessa nelle cromature della
radio , nello spiraglio di una porta che si chiude , nel riflesso di un
bicchiere . Ogni tanto sento dei rumori provenire dalla cantina . Come una
sorta di gorgoglio . Dannati topi . Da un pochetto di tempo soffro di mal di
gola cronico . Non riesco a farlo andare via . Ciò che fa più male , comunque ,
è il tuo ricordo . Lo so che sto parlando con un foglio di carta , ma perché lo
hai fatto ? Perché ?
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Ho capito tutte le parole . Ora ricordo . Come posso essere
stato così idiota da dimenticare ? . “Io ti supplico , per favore smettila . Ti
prego !” . Devo smetterla . Non posso più fare pesare le mie colpe sugli altri
. Risolverò la questione come l’ho risolta cinque anni fa . Non potrò mai perdonarmi
per quello che ti ho fatto fare . La tua morte sa di mandorle . Con il
matrimonio eravamo diventati una sola carne e ora sento il tuo dolore come
fosse il mio . La radio è inutile , potrò parlare con te tra poco . Devo salire
i duri scalini della salvezza . Il
cappio mi attende . Ti amo Maria e ti
amerò per sempre .
La villetta Longhi è
tristemente famosa per l’episodio di cronaca di cui fu teatro nel 1984 . Il
perito chimico Paolo Longhi venne trovato appeso per il collo nella doccia del
bagno al primo piano . La moglie , Maria Longhi , venne rinvenuta in cantina
con una boccetta di cianuro stretta nelle mani ormai contratte dal rigor mortis
. La casa era in condizioni pietose , con le fotografie della coppia sparse pe
le stanze e i mobili colpiti forse con un ‘arma da taglio . Secondo la
ricostruzione degli investigatori la vicenda si è svolta più o meno così . Il
marito , colto da un raptus di follia omicida in seguito ad una delle tante
litigate con la moglie , avrebbe costretto quest’ultima ad ingurgitare il
veleno minacciandola con una lama . Successivamente , forse rinsavito , il
signor Paolo decise di impiccarsi con una prolunga elettrica al soffione della
doccia . La casa è ancora oggi abbandonata e , a detta di molti , preda di
manifestazioni sovrannaturali . Circolano storie tra i ragazzi del vicinato di
sinistri rumori gorgoglianti provenienti dalla cantina e misteriosi singhiozzi
maschili al primo piano .
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