Era ancora
buio quando la sveglia si mise a suonare. Jason Williams aprì gli occhi e
restò sdraiato mentre cercava di mettere a fuoco non solo la vista , ma anche
il cervello. Era martedì notte e aveva una cosa importantissima da fare. Si girò su un fianco e premette il tasto
snooze sulla sommità dell'apparecchio. Quell'aggeggio antidiluviano gli era stato regalato dalla sua ex. Molto ex. Avrebbe voluto dormire ancora, ma il
dovere lo chiamava. Si alzò dal letto e barcollò, ancora intorpidito dal sonno, fino in bagno. Là si fece una lunga doccia calda, che lo svegliò definitivamente.
Come da routine uscì dalla stanza e si diresse in cucina. Con calma aprì il
frigo e tirò fuori due uova, bacon e un cartone di succo d’arancia. Si versò
un bicchiere di succo mentre le uova e la pancetta sfrigolavano sul fornello.
Dopo aver mangiato, si preparò un caffè. Sua madre diceva
sempre che una buona tazza di caffè bollente aiutava a iniziare la giornata col
piede giusto. Sempre in accappatoio si diresse di nuovo in bagno, dove si
lavò i denti e passò il filo interdentale. Ci teneva non poco al proprio aspetto fisico. Lo specchio era ancora un poco
appannato dal vapore della doccia quando iniziò a farsi la barba. Una volta
fuori dal bagno si diresse alla cabina-armadio dove indossò un paio di jeans e
una felpa pesante. Era pronto. Gettò uno sguardo alla radiosveglia e vide che
si erano fatte le quattro e mezza. Mente si dirigeva verso la porta di casa si
fermò ad osservare la città dalla finestra. Era bellissima con tutte le luci
spente. L’unica cosa che si muoveva erano i rami degli alberi nei cortili dei
vicini. Erano quasi tutti glabri , segno che ormai l’autunno stava sortendo il
suo effetto. Gli piaceva osservare la città di notte, era come osservare una
bella donna mentre dormiva. Con un sorrisetto si diresse verso la porta di
casa ed uscì. Tirava un venticello freddo che si insinuava in ogni anfratto
della felpa. Jason si guardò intorno ed entrò nel garage. Dentro prese da uno
scatolone un camice pulito, bianco come la neve. Vicino allo scatolone c’era
un mobiletto. Lo aprì e tirò fuori un panno arrotolato che conteneva tutti gli
attrezzi del mestiere. La prostituta mora legata sulla sedia al centro della
stanza era ancora narcotizzata. Jason abbozzò un sorrisetto e iniziò a
prepararsi . Notò che uno dei bisturi non era molto affilato, ma era uguale.
Per quella volta avrebbe usato il seghetto. La città era bellissima a luci
spente.
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