lunedì 4 giugno 2012

Routine Mattutina


Era ancora buio quando la sveglia si mise a suonare. Jason Williams aprì gli occhi e restò sdraiato mentre cercava di mettere a fuoco non solo la vista , ma anche il cervello. Era martedì notte e aveva una cosa importantissima da fare.  Si girò su un fianco e premette il tasto snooze sulla sommità dell'apparecchio. Quell'aggeggio antidiluviano gli era stato regalato dalla sua ex. Molto ex. Avrebbe voluto dormire ancora, ma il dovere lo chiamava. Si alzò dal letto e barcollò, ancora intorpidito dal sonno, fino in bagno. Là si fece una lunga doccia calda, che lo svegliò definitivamente. Come da routine uscì dalla stanza e si diresse in cucina. Con calma aprì il frigo e tirò fuori due uova, bacon e un cartone di succo d’arancia. Si versò un bicchiere di succo mentre le uova e la pancetta sfrigolavano sul fornello. Dopo aver mangiato, si preparò un caffè. Sua madre diceva sempre che una buona tazza di caffè bollente aiutava a iniziare la giornata col piede giusto. Sempre in accappatoio si diresse di nuovo in bagno, dove si lavò i denti e passò il filo interdentale. Ci teneva non poco al proprio aspetto fisico. Lo specchio era ancora un poco appannato dal vapore della doccia quando iniziò a farsi la barba. Una volta fuori dal bagno si diresse alla cabina-armadio dove indossò un paio di jeans e una felpa pesante. Era pronto. Gettò uno sguardo alla radiosveglia e vide che si erano fatte le quattro e mezza. Mente si dirigeva verso la porta di casa si fermò ad osservare la città dalla finestra. Era bellissima con tutte le luci spente. L’unica cosa che si muoveva erano i rami degli alberi nei cortili dei vicini. Erano quasi tutti glabri , segno che ormai l’autunno stava sortendo il suo effetto. Gli piaceva osservare la città di notte, era come osservare una bella donna mentre dormiva. Con un sorrisetto si diresse verso la porta di casa ed uscì. Tirava un venticello freddo che si insinuava in ogni anfratto della felpa. Jason si guardò intorno ed entrò nel garage. Dentro prese da uno scatolone un camice pulito, bianco come la neve. Vicino allo scatolone c’era un mobiletto. Lo aprì e tirò fuori un panno arrotolato che conteneva tutti gli attrezzi del mestiere. La prostituta mora legata sulla sedia al centro della stanza era ancora narcotizzata. Jason abbozzò un sorrisetto e iniziò a prepararsi . Notò che uno dei bisturi non era molto affilato, ma era uguale. Per quella volta avrebbe usato il seghetto. La città era bellissima a luci spente.

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