lunedì 4 giugno 2012

NIMIRETH - Nascita


Il sole stava calando velocemente all’orizzonte . Il cargo stava lentamente iniziando le manovre di aggancio con la banchina del cantiere automati Theta . L’automa che gestiva le pale laterali e il livello di idrogeno nel pallone principale stava calcolando tutte le variabili , come la velocità del vento e l’inerzia applicata alla aeronave stessa . I loro cervelli ad orologeria erano progettati per compiere ordini in maniera automatica e con noncuranza per tutto ciò che li circondava . I meccanismi interni in ottone ticchettavano senza sosta , mantenendo una carica magnetica che poteva durare anche cento anni . Erano macchine inconsapevoli programmate sin dalla loro creazione per ripetere all’infinito sempre le stesse azioni , finchè non diventavano preda della ruggine o delle nuove tecnologie . Il cargo stava trasportando un carico di lingotti metallici da fondere all’interno dei cantieri . Un tempo quei parallelepipedi brillanti erano ospitati nel freddo abbraccio delle rocce sotterranee , mentre ora si apprestavano a divenire corazzate , incrociatori , ingaggiatori e automi . Automi che raccoglievano minerali . Automi che fondevano minerali . Automi che trasportavano il metallo . Automi che creavano altri automi . Un meccanismo ben oliato di meccanismi ad orologeria . Il cargo venne svuotato e tutto il suo carico finì nella fonderia . Dopo un’ora il metallo fuso scorreva come acqua all’interno dei condotti refrattari . Le tubature si diramavano in modo da condurlo dove necessario . Per creare un automa servivano circa seicentomila parti diverse , suddivise tra scocca esterna , sostegni interni e meccanismi . Tutto il necessario veniva prodotto in serie e spedito ai piani inferiori per l’assemblaggio . Per prima cosa veniva assemblato lo “scheletro interno” assieme ai congegni basilari . Per essere sicuri del prodotto tutto veniva testato da dei magneti nei punti giusti e da scariche elettriche . Successivamente toccava agli arti e alla scocca esterna . Il tutto veniva sigillato con delle saldatrici ad alto potenziale . Nel frattempo venivano assemblati tra loro i congegni di calcolo , di solito posizionati nella “testa” . Tali congegni venivano , una volta pronti , montati sul “corpo” . Il tutto veniva messo ancora alla prova con una scarica elettrica e con altri magneti . Di solito a questo punto gli arti sussultavano , come muscoli eccitati da degli elettrodi . Il pezzo finale consisteva nella scocca della “testa” . La particolarità di questo elemento era che a seconda delle necessità del compratore poteva essere arricchita con accessori venduto ad-hoc . Gli automi erano tutti uguali . Solo un paio di occhi composti da lenti fotografiche . E basta . Ogni aggiunta era standardizzata per equipaggiamento e colore della scocca . Bianca e con pinze chirurgiche indicava ovviamente un automa medico . Rossa e con una maschera vocale indicava un buttafuori o comunque una guardia personale . Verde e con un’arma indicava un automa militare . Con questo colore si indicavano anche i piloti da guerra e civili . Per il resto tutti gli altri erano uguali . Stesso colore , stesso volto vuoto , stesso silenzio . Solo le maschere vocali permettevano loro di esprimersi a parole . Si trattava comunque di frasi standardizzate . Quel giorno al cantiere automati Theta era stato prodotto un robot particolare . Un ambasciatore automata . Si trattava di un prototipo unico nel suo genere , in quanto aveva la capacità di immagazzinare nella sua memoria interna esperienze e nozioni . Ciò gli donava un certo tasso di libero arbitrio . Il suo corpo giaceva sulla catena di montaggio mentre veniva assemblato dai bracci a pressione . Dopo un quarto d’ora venne depositato nel macchinario che donava la forza magnetica ai congegni giusti . Era incastonato nella macchina che si stava lentamente caricando . Silenzio . La scarica magnetica venne rilasciata e i suoi ingranaggi interni presero a ticchettare con foga . Gli otturatori che aveva dietro le lenti di vetro si spalancarono completamente . Paura . Panico . Da secoli è sempre un po’ traumatico venire al mondo . Il trucco sta nello stringere i denti . 

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