lunedì 4 giugno 2012

NIMIRETH - Il Ritorno a casa dell'Aurora


Trasportarono il capitano nell’infermeria della nave . Perdeva sangue copiosamente . La stanza risuonava delle urla dei feriti durante l’ultimo attacco dei predatori . Il motore posteriore destro era stato centrato da una cannonata e l’aereonave procedeva lievemente inclinata verso un lato . Grazie al cielo c’era un automa che la manteneva in equilibrio , altrimenti sarebbe già precipitata nella giungla sottostante . Il medico di bordo fece appoggiare il capitano su una barella e si sedette su uno sgabello . Strappò la camicia del comandante di bordo e scoprì la ferita . A quanto pare il braccio sinistro del capitano era tato centrato da un colpo di cannone ed ne era uscito letteralmente a brandelli . Dal gomito in giù non c’era più nulla . Per fortuna i predatori avevano usato colpi di artiglieria normali , con l’intenzione di mantenere il carico più intatto possibile . Se durante la battaglia fossero stati usati colpi esplosivi a quest’ora il capitano e mezza nave sarebbero ridotti in poltiglia . Comunque l’importante ora era che il capitano poteva essere salvato . Il medico di bordo lavò il moncherino e lo disinfettò , fermando l’emorragia nel frattempo . Per il momento la situazione sembrava stabile , quindi si dedicò agli altri feriti mentre un infermiere bendava e fasciava quello che restava del braccio . In generale le ferite non erano gravi tra la truppa , giusto qualche proiettile da estrarre e un paio di dita saltate . Nell’infermeria entrò caracollando in grasso tecnico con la protesi in ottone  per il comandante . Il dottore si sistemò gli occhiali , la esaminò per bene e poi annuì quasi impercettibilmente con al testa . Spostarono il capitano su un’altra barella e gli slegarono le bende . Il tecnico passò al chirurgo\dottore il raccordo che serviva per attaccare la protesi al moncherino del comandante . Era in ottone anche quello , dorato e sterilizzato . Venne arroventato con una fiamma ossidrica e premuto direttamente sulla carne viva . Sfrigolando divenne praticamente parte del corpo del comandante . Dopo mezz’ora il capitano , sebbene quasi cianotico , volle salire sul ponte . Tenuto a forza di braccia da due mozzi venne portato sovracoperta . L’AURORA proseguiva inesorabile il suo volo verso casa , venendo rimessa a posto con riparazioni di fortuna direttamente sulle zone interessate . Il capitano con un cenno della sua nuova mano di ottone si fece passare il cannocchiale automata . In lontananza c’erano le torri di Nimireth , la capitale . Casa .

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