lunedì 4 giugno 2012

Cosmonaut


*Questo segnale venne lanciato da un velivolo extra-atmosferico sovietico il 12 dicembre 1958, alle ore 23:58, ora americana*
Il mio nome è Ivan Sokolov. Non mi conoscete e probabilmente non sentirete mai più la mia voce. A chiunque sia in ascolto, europeo, americano o russo che sia, voglio dire le mie ultime parole. Sono decollato il 12 dicembre di quest’anno, il 1958.*sospiro molto pesante* C’è stato, subito dopo l’attraversamento dell’atmosfera, un guasto all’attrezzatura di rientro. Non posso deviare più la mia orbita.*breve silenzio* In parole povere continuerò ad orbitare attorno al pianeta finchè non verrò sparato nello spazio aperto. Sono già morto. *breve silenzio* La cosa peggiore è che so a cosa andrò incontro. Avrei preferito esplodere e bruciare nell’atmosfera come gli altri. Invece mi allontanerò sempre di più nel buio per andare a morire di fame. *lamenti indistinti* Non riesco a piangere.*breve silenzio* Proprio non ci riesco. Sono sull’orlo del baratro e non riesco a versare una lacrima per la mia stessa vita. Una cosa che non posso proprio smettere di fare è pensare a Masha. *sospiro molto pesante*Lei non sa di tutto questo. Non lo sa. Pensa io sia in missione da qualche parte con l’aviazione.*breve risata* Quando a terra si renderanno conto della mia fine, una tra tante, manderanno i servizi segreti a tapparle la bocca. Per sempre.*lamento prolungato* Non posso pensarci. Non posso pensare di non poter fare assolutamente nulla per aiutarla. Se riuscite a ricevere questo segnale radio, per favore, PER FAVORE registratelo e dite al mondo intero cosa è successo sopra le vostre teste. Non è la prima volta, rendetevene conto. Non sono il primo a perire tra i cieli. *la voce si fa più agitata e frenetica*L’orbita si sta allargando sempre di più. Da qua su ho visto l’America di notte. Uno spettacolo meraviglioso che nessuno potrà mai vedere. Una sorta di trapunta costellata di spilli luminosi. Gli esseri umani non arriveranno mai sulla Luna. *la voce si fa all’improvviso dura e risoluta*Non viaggeranno tra le stelle. Troppe persone sono morte per stupidi errori che potevano benissimo essere corretti. Il gioco non vale la candela. *circa una mezz’ora di silenzio, in cui si sentono solo un ronzio elettrico e il respiro sempre più pesante dell’uomo* Inizio a sentire freddo. Mi si stanno addormentando le gambe. Vuol dire che le difese termiche della navetta stanno cedendo.*la voce si fa rassegnata*Non credo in un Dio barbuto seduto su di un trono di nuvole, io sono stato oltre le nuvole e non ho visto nulla. Solo il buio siderale. Eppure, ora come ora, non posso fare a meno di affidarmi al cosiddetto “oppio dei popoli”. *si sentono distintamente dei singhiozzi, mentre la voce si fa sempre più flebile*Masha, Masha, quanto vorrei essere vicino a te e stringerti un’ultima volta. Ti ho abbandonata per inseguire il mio sogno. Viaggiare là dove nessun essere umano era mai stato. Ho voluto arrampicarmi sul monumento delle vanità umane, ho perso la presa e sono caduto di sotto. *silenzio in cui si possono sentire il respiro molto accellerato e alcuni leggeri singhiozzi*Ripeto, il mio nome è Ivan Sokolov. Questa è la voce di un uomo morto. Di qualunque nazione siate, vi prego, non rendete la mia morte inutile. Masha, se mai sentirai ciò che sto sussurrando al microfono, sappi che mi dispiace. Mi dispiace per tutto. Non volevo finisse così. Ti prometto che penserò a te fino alla fine. Questa è sia una benedizione che una maledizione. Mi struggerò al pensiero dei tuoi magnifici occhi, ma allo stesso momento mi daranno la forza di *da qui in poi si sente solo un suono simile allo scorrere dell’aria mischiato a dello statico. Il segnale è considerato perduto. I servizi segreti russi confiscarono la registrazione ad un radioamatore italiano per relegarla all’interno degli archivi dell’aereonautica sovietica.*

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